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venerdì 6 febbraio 2009

A....Te

wakemeupinthemorning2ksnh7

Ogni tanto la mia debolezza ne sente il bisogno. Sta lì a mormorare a qualcosa, perennemente ignorata per evitarle di far male. Ma ha imparato: ora sa che se alza un po’ il tono finisco per dargliela vinta. In realtà, forse, dentro di me spero che non si arrenda… E allora riprendo quelle parole che la cattiveria che mi impongo nel resto dei miei momenti facilmente sfoca… Sono tutte lì. Anche il destino, preso ad architettare i suoi giochi beffardi ha omesso di cancellarle. O di proposito le ha lasciate lì, a farmi contemplare ancora per un po’ quello che c’era ed ora non c’è più. O che forse mai c’è stato. Ed è proprio in momenti come questi che tornano a mancarmi tutte quelle cose che il male m’ha convinto fossero sciocche,irrilevanti. Così banali. Così piccole. Eppure così ancora incredibilmente mie. Rileggo quelle parole e, a volte, riesce ancora a trovar forza un sorriso. Il tempo per me sta passando troppo pesantemente. Vorrei chiedergli più cortesia, più delicatezza nel chiedermi di crescere, di capire, di essere all’altezza. In questi giorni mi sento sbagliata più che mai. Sono troppo cambiata. Quest’esperienza mi ha annientata, schiavizzata. Guardo la mia vita e mi accorgo che qualcosa è migliore di quanto m’aspettassi, che in fondo va bene così. Poi apro quel cassetto. Quel passato che non vuol prendersi questo nome. E lo ritrovo lì. Fermo, con le mani in tasca, che mi guarda fisso. Come a volermi chiedere “perché?”. Tra me e il resto della vita c’è come un vetro opaco. Sottile. Ma innegabilmente esistente. Mi legai a lui. Consapevole dei rischi. Consapevole di quella possibilità che ora è realtà: mai più mi sarei staccata da lui. C’è qualcosa di strano, di simbiotico fra noi. E’ sempre qui dentro me e nonostante tutto continuo a difenderlo con ogni briciola di quell’amore insultato, offeso. Malato. Mi rendo conto che non voglio questo, ma neanche lo voglio così lontano. Non ha senso seminare distanze quando il mio unico desiderio è abbracciarlo e di tornare finalmente a dirgli che gli voglio bene. Come è normale, come sarà per sempre, come sempre è stato. Forse lui non lo sa che ho capito da tempo il suo gioco. Quello di aver voluto, apposta, farmi arrivare la parte peggiore di sè. Mi ha dato solo incoerenza e freddezza, ambiguità, acidità, antipatia. Perché così credeva rendesse più facile il distacco tra noi. Lui è qui… ma nello stesso tempo è lontanissimo. E’ assente. Stavolta sì, stavolta lo sento. Neanche più lui riesce a far finta di niente. Anche stavolta prenderei il telefono solo per sentire il suo “pronto” e per farmi riempire la vita. Ma sento che questa volta è diverso. La sento addosso questa lontananza.....è pesante, mi soffoca, mi condanna a ricordare tutti i miei errori. Mi fa sopravvivere troppo lentamente. No,non lo prendo quel telefono ora, perché già so che dall’altra parte lui non c’è o tuttalpiù fingerà di non esserci. Ecco che c’è di diverso: stavolta la distanza la sto tracciando anch'io. Mi manchi tantissimo..... Mi mancano i sorrisi, le tenerezze, il nostro viverci appieno e soprattutto il tuo amore. Mi manca la tua buonanotte con i tuoi abbracci e le tue frasi accattivanti ed ironiche… .... Mi mancano le tue coccole. Mi manca il tuo affetto. Mi manchi semplicemente tu.

Mi manca di essere il tuo sorriso, la tua forza e se non puoi più farmi il regalo di un sorriso, allora fammene un altro: se stai pensando di andar via… ebbene sia, ma fallo in fretta….......

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