Di episodi che riguardano stupri e violenze sulle donne ne sentiamo abbastanza, anzi troppi e quelli, non ultimi, balzati alle cronache negli ultimi giorni, ci hanno toccato in particolar modo.
Mi riferisco ai gravissimi episodi di Guidonia e di Cosenza.
Ne vediamo e ne sentiamo di tutti i tipi e molti variano nelle forme
o nei modi ma restano pur sempre violenze perpetrate a danno di giovani
o meno, ma pur sempre e solo donne.
Ho trovato a tal proposito un articolo che reputo alquanto interessante la
descrizione psicologica che ne esce fuori su tali atti inqualificabili.
Ed è questo che riporto di seguito:
I fatti di Guidonia e di Cosenza si riferiscono a violenze di gruppo, in cui il
branco agisce con violenza e ferocità senza fine. Entrambi questi episodi hanno
come protagonisti uomini rumeni, disadattati che vivono ai margini
della società italiana.
Il susseguirsi di episodi di violenza sulle donne ha, come ovvio, suscitato molta
preoccupazione ed agitazione nella società civile che molto spesso si interroga
sul come e sul perché queste situazioni si verificano.
Alcuni studiosi della psicologia umana hanno stabilito che molto spesso,
in episodi di violenza sessuale, non è la donna o l’atto sessuale l’oggetto
del desiderio bensì il forte shock emozionale che avviene in chi opera
queste violenze.
Si potrebbe affermare che alla base delle violenze ci sia un recondito
istinto animale dell’uomo che in certe sensazioni gode nel provocare
il dolore altrui, nella umiliazione e nel costringimento della donna
ad operare secondo il proprio volere.
Proprio questa analisi esclusivamente psicologica dovrebbe indurre
a qualche riflessione: ma davvero i secoli trascorsi non sono riusciti a cancellar
e l’istintoanimale più becero dell’uomo? La nostra civiltà nulla può nei
confronti di chi opera queste violenze soprattutto in termini di prevenzione?
Ed in relazione a questi reati quali interventi si possono effettuare
dal punto di vista della punibilità degli stupratori?
In questi giorni infatti infiamma come non mai la polemica sulla giustizia
italiana, sulla certezza della pena e sulla
troppa indulgenza dei giudici del Bel Paese.
La polemica è divampata a seguito della decisione di accordare gli arresti
domiciliari ai due rumeni accusati di favoreggiamento per aver
ospitato i responsabili dell’aggressione di Guidonia.
Senza una giustizia che agisca in modo tempestivo e con la giusta durezza
si potrebbe rischiare che le vittime decidano di farsi giustizia da soli,
vendicando i soprusi subiti con altra e forse maggiore violenza.
Autore: Giuseppe Angelillo
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