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sabato 31 ottobre 2009

Un po' di bibliografia su Guido Bertolaso

Protezione Civile – Sono Guido, risolvo tutto

di P ietro Orsatti su Left

Prima medico, poi nel settore immobiliare. Nipote del cardinale Ruini e figlio di aviatore. Incarichi pubblici come se piovessero. Bertolaso è l’uomo di ogni emergenza. bertolaso01g

Quante qualità ha l’uomo. Rintracciabili addirittura in un albero genealogico imponente. Nipote del potentissimo cardinale Camillo Ruini e figlio di un generale dell’aria, Giorgio, a capo di una squadra aerea e poi direttore generale dell’Aeronautica militare (volò con il primo Starfighter della storia dell’Aeronautica italiana), Guido Bertolaso “l’indispensabile” capo della Protezione civile, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ostenta maglioncini con il tricolore e la sicurezza dell’uomo che non deve chiedere mai. I suoi incarichi di oggi parlano per lui: commissario ai mondiali di nuoto (fino a poco tempo fa), all’emergenza rifiuti in Campania e oggi anche in Sicilia, ai mondiali di ciclismo al G8 de La Maddalena (anche se il G8 lì non si fa) e al G8 de L’Aquila (che si fa, eccome), ai beni archeologici del Lazio (e artistici in Abruzzo); e ancora sul terremoto e poi ancora alle quotidiane emergenze che colpiscono il nostro sismico, dissestato Paese. è come il personaggio di Wolf, interpretato da Keitel, nel film Pulp fiction: risolve tutto. E se non c’è un disastro c’è un’altra emergenza. Come quella invisibile dei rifiuti a Palermo scomparsa nel giro di una settimana ancor prima dell’arrivo dell’inossidabile Guido e delle truppe patrie con pala e scopettone. Ma comparsa, la crisi palermitana, proprio nel momento in cui emergevano dubbi sulla conduzione di quella campana, con tanto di risvolto giudiziario per stretti collaboratori (alcuni destinati al G8 aquilano) di cui si terrà la prima udienza il 15 di luglio.

Bertolaso è un medico. Comparso sul proscenio della Storia dopo un’italianissima passione per il mattone a Roma. Proprio nel signorile quartiere residenziale romano dell’Olgiata si apre la fase immobiliarista di Bertolaso negli anni Ottanta. Immobiliare Olgiata di Francisco Papio, società creata proprio da Guido Bertolaso. Con la moglie, Gloria Piermarini, i fratelli di lei, Francesco e Marilena Piermarini, e il padre Guido Piermarini con a seguito la moglie, Dalis Papio, e il cognato, Francisco Papio appunto. Della società facevano parte anche il romano Giovanni Provenzano e la moglie Federica Messa. Un biglietto da visita, quello dell’Olgiata e dell’imparentamento con la potentissima famiglia Piermarini, che in seguito gli aprirà più di una porta se non fossero bastate quelle già spalancate dallo zio porporato e dal padre decorato. E l’occasione di entrare, dalla porta principale, nel “gotha” della pubblica amministrazione arriva all’inizio degli anni Novanta. Medico, si distinse in Cambogia nell’ambito del dipartimento Cooperazione e sviluppo del ministero degli Esteri, poi è passato a direttore della presidenza del Consiglio e subito dopo direttore esecutivo dell’Unicef. Il primo “commissariato” lo ottiene come responsabile del governo nel 1996: ospedale Spallanzani, specializzato nella lotta all’Aids. Poi il salto, quello vero: commissario al Giubileo, nientemeno, compresa la grande giornata della gioventù a Tor Vergata. Da lì a capo della Protezione civile è un attimo. E lo fa con il governo Prodi primo. Prima di lui il dipartimento era soprattutto coordinamento di altre forze (ai tempi, per intenderci, di Zamberletti e Barberi) mentre oggi governa di fatto ogni aspetto dell’azione. Commissario all’emergenza Sars, pandemia rivelatasi poi una bufala, la prima prova seria è lo tsunami, poi lo scivolone dell’emergenza rifiuti in Campania, la sua rimozione e poi la successiva resurrezione con il Berlusconi tre. Oltre alla stagione degli incendi del 2007, prima del terremoto del 6 aprile non ha mai dovuto gestire interamente un’emergenza come quella di una catastrofe sul suolo italiano con decine di migliaia di sfollati e l’intera gestione dell’emergenza e di supplenza alle dissolte amministrazioni locali. Anche il sisma del Molise, a San Giuliano, non ha avuto un impatto così devastante. L’era Bertolaso è rappresentata da un numero in continua crescita. Cinquecentotrentasette (537) ordinanze dal suo insediamento alla Protezione civile a oggi. Un numero impressionante, traducibile in un vortice di azioni e finanziamenti che rendono Bertolaso uno degli uomini più potenti d’Italia, anche e soprattutto nell’accesso e nella centralizzazione di spesa dei finanziamenti.

Ma torniamo al 2005, momento in cui il nostro uomo delle emergenze vola verso l’Oceano IIndiano per portare gli aiuti italiani alle popolazioni colpite dallo tsunami. In molti si ricordano ancora, con un filo di imbarazzo, il dibattito irrituale fra Bertolaso e l’allora commissario straordinario della Croce rossa italiana Maurizio Scelli (oggi premiato con un seggio in Parlamento nelle fila del Pdl dopo la gestione, non esente da ombre, della missione a Baghdad della nostra Croce rossa) sull’utilizzo dei 25 milioni di euro inviati via sms dagli italiani. E poi c’è la squadra. Il primo a volare in Indonesia per conto della Protezione civile fu il braccio destro tuttora di Bertolaso, Agostino Miozzo, responsabile delle relazioni internazionali al dipartimento. Miozzo, o meglio il suo nome, era rimbalzato nel corso di due audizioni del 2004 tenute dalla commissione parlamentare sull’assassinio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin, presieduta da Carlo Taormina in realzioni ai finanziamenti alla cooperazione. Poi la Campania e il commissariamento più lungo e discusso finora. Qui appare Marta Di Gennaro, altro medico dislocata nell’epicentro di via Medina col ruolo di sub commissario. E da sub commissario la De Gennaro è finita nel centro dell’inchiesta sulle irregolarità sui rifiuti in Campania. Venticinque arresti per manager e subcommissari all’emergenza, fra cui proprio lei, Marta Di Gennaro, l’ex braccio destro di Guido Bertolaso. Con accuse pesantissime che si fonderebbero sulle lunghe telefonate intercettate dai militari del Noe, tra il 2005 e il 2007. Intercettazioni dalle quali emerge un rapporto di collusione tra pubblico e privato. Il processo in questione è noto come «Rompiballe», la cui prima udienza si celebrerà il 15 luglio prossimo. Qui la novità, un’affermazione gravissima per chi si stava accingendo a diventare commissario a un’altra emergenza, quella dei rifiuti (sempre quelli) in Sicilia. Una lunga dichiarazione di Bertolaso fatta due settimane fa in cui afferma: «Sapevo che gli impianti non erano in grado di realizzare ecoballe né Fos (frazione organica differenziata). Non ricordo se fossero in grado di realizzare il trattamento aerobico sulla frazione organica. Più volte ho fatto il giro degli impianti di Cdr: ricordo di aver chiesto ai tecnici presenti se il trattamento aerobico della frazione organica si facesse, mi venne detto di sì».

S’è fidato dei tecnici, Bertolaso. Lui, considerato il tecnico dei tecnici, l’uomo che risolve guai, il Wolf dell’era berlusconiana, “fregato” da un sottoposto, da un parere, da una perizia. Come in Abruzzo. Prima del sisma del 6 aprile a L’Aquila si tenne una riunione alla presenza del vice capo della Protezione civile Bernardo De Bernardis. La riunione si concluse a sera con una conferenza stampa, dove De Bernardinis fu esplicito: «La comunità scientifica conferma che non c’è pericolo, perché c’è uno scarico continuo di energia; la situazione è favorevole. Questa vicenda deve insegnare due cose: convivere con territori fatti in questo modo, cioè a rischio sismico; mantenere uno stato di attenzione, senza avere uno stato di ansia». Cinque giorni dopo, alle 3 e 32 del 6 aprile, la tragica scossa.

3 commenti:

Caterina ha detto...

É interessante quello che scrivi su quest'uomo. Mi conduci nella realtá italiana
Bacini:
Kati

Umberto ha detto...

E che dire degli appalti "segreti" del mancato G8 della Maddalena e delle ditte invitate e dei soldi buttati!
Umboc

TonyMontana ha detto...

Bell'articolo, ma Ruini non è imparentato con Bertolaso: controlla le fonti.