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martedì 24 agosto 2010

UN ANNO

Non mi sembra vero che sia proprio una mia carissima amica ad assere stata accolta come autrice meritevole nonchè giovane poetessa aquilana al festival di Martinsicuro di quest'anno.

Il suo nome è Alessandra Prospero e la sua poesia intitolata "Un Anno" è stata già pubblicata sull'antologia (Di Felice Edizioni), all'interno della quale vengono citati (oltre i vincitori) anche i testi più meritevoli.

E' una donna e madre eccezionale oltre che simpatica e bella e soprattutto è la mia amica. In pochi versi è riuscita a concentrare il massimo dell'orrore e del dramma vissuto dall'intera città dell'Aquila durante quei giorni fatidici del terremoto.

Spero di fare cosa gradita nel pubblicare il suo canto che cita così:

candlece

La deportazione del cuore inizia tra i sussulti, quando un buio senza tempo diviene eterno.

Corri verso i suoi occhi,  afferra la sua piccola mano ascoltane il respiro affannato e fuggi verso la notte.

L’Ade e le fiamme arancioni, il puzzo di zolfo e di gas il salto continuo,  il tremito perenne.

Respiro ancora, vedo ancora vivo ancora, palpitante.

Tutti tremano intorno a me, nella comune consapevolezza di respirare ancora, di vivere ancora.

Adesso ci siamo, ci stringiamo,  piangiamo,  partiamo.

Affoghiamo la paura nelle onde cobalto ci aggrappiamo con dolore alla mutevole sabbia.

Il mio bambino biondo ride, respira la brezza mattutina, dimentica i tuoni, insomma vive.

Là dove non c’è più nulla invece Sorella Morte aleggia e presenzia, ruba case e colture, miete vittime e orrori.

Ne potevo avvertire il fiato, ne ho udito i passi pesanti, potevo sentirla dietro di me senza per questo voltarmi.

Ci riconciliammo con il nostro destino in una città fantasma gremita di spettri.

Ovunque il cammino è foriero di commemorazione, ogni strada ha un’anima urlante che invoca pietà.

La nostra preghiera è un lamento, una paura un ringraziamento.

Nell’oggi silente il discorso diviene sussurro e la nostra dignità diviene vessillo per sopravvivere.

Alessandra Prospero

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