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giovedì 1 gennaio 2009

Modella brasiliana anoressica deceduta

Brasile, modella muore per anoressia.
Alta 1,73 pesava appena 40 chili


SAN PAOLO (Brasile) - Ana Carolina Reston era bellissima. Non a caso lavorava per alcune delle più importanti agenzie di moda di New York. Ana Carolina Reston è morta. A soli 21 anni l'ha uccisa l'anoressia. Al momento del decesso pesava 40 chili, lei che era alta 1,73metri. La modella era stata ricoverata in un ospedale di San Paolo del Brasile il 25 ottobre 2006 per insufficienza renale. Il giorno dopo sarebbe dovuta partire per Parigi. Per quel lavoro che la impegnava con agenzie del calibro di Ford, Elite e L'Equipe. Quel lavoro che era anche ossessione del peso, paura di ingrassare, rifiuto del cibo. Dopo il ricovero le sue condizioni erano rapidamente peggiorate. Era subentrata un'infezione generalizzata che poi l'ha portata alla morte. Ana Carolina aveva coronato il suo sogno di diventare modella già a 13 anni. Era terrorizzata all'idea di ingrassare. "Quando mangiava - racconta la cugina Geise Strauss - era sempre pochissimo e poi scappava in bagno (a vomitare). E non le piaceva che le si dicesse di mangiare". Gli amici dicono che negli ultimi mesi di vita si nutriva soltanto di mele e pomodori. La stampa brasiliana scrive oggi che in effetti la giovane era sotto trattamento psichiatrico ma secondo la famiglia non si presentava alle sedute per paura di perdere il lavoro.

Sul web boom di siti pro anoressia
Si chiamano pro-ana, sono più di 300mila


Il suo blog l’ha chiamato “lamiaguerra”, quella contro il cibo. Il suo manifesto è “dominerai il tuo stomaco mentre gli altri resteranno servi della loro fame”. Nel suo diario on line scrive “ho in programma di mangiare aria fino a domattina. Più tardi getto nell’immondizia il gelato comprato dai miei genitori. Ora sono sola a casa, avevo pensato di mangiarlo tutto e vomitare, ma è meglio di no”. Quello di “una barbie grassa” non è che uno dei tanti blog “pro ana” e “pro mia”, ossia siti che esaltano la magrezza estrema che degenera poi nell’anoressia e nella bulimia. In Italia uno studio del Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Torino ne ha contati quasi 300 mila.
Basta cliccare su un qualsiasi motore di ricerca la parola chiave “ana” o “pro-ana” o “pro-mia” per rendersi conto di quanti sono. Tra questi “piccolaana”, “vomitodunquesono”, “martinaana”, “borderlinebaby” “blondeinpink” o “anagirl48”, il cui scopo, come si intuisce dal suo nickname, è dimagrire, arrivare a pesare 48 kg e riuscire a entrare nella taglia 38.
Secondo l’Aba (l’Associazione italiana che combatte l’anoressia e bulimia) in Italia il 5% della popolazione soffre di disturbi alimentari, la fascia di età più colpita è quella che va dai 12 ai 25 anni. I siti web Pro anoressia o bulimia nascono negli Stati Uniti verso la fine degli anni ’90 espandendosi fino all’Europa. Inghilterra, Francia e Spagna, gli stati dove si sono diffusi più velocemente. In Italia si iniziano a intravedere verso il 2002-03. In questi blog (alcuni dei quali privati - non si può accedere senza il consenso del proprietario) le ragazze scrivon diario alimentare dove quotidianamente elencano e aggiornano le loro diete, chiedono consigli alle amiche del web per dimagrire (e non per guarire da una malattia che lentamente le sta consumando), ma soprattutto cercano sostegno morale per portare avanti la loro guerra contro il cibo e le calorie. Per molte di loro “Ana” non è una malattia ma una filosofia di vita, una sorta di musa ispiratrice. E così sui blog spuntano i 10 comandamenti di Ana (Essere magri è più importante che essere sani, Quello che dice la bilancia è la cosa più importante, Compra dei vestiti, tagliati i capelli, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra) che spingono anche all’autolesionismo (Non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo). E poi ci sono anche i “motivi per non mangiare”, i trucchi per “non destare sospetti” o “per dimagrire”. In quasi tutti i blog i tag che si trovano sono: ana, mia, dieta e thinspiration, ossia ispirazione alla magrezza. Nei loro diari le blogger inseriscono fotogallerie o video scaricati da youtube con i loro modelli di riferimento: modelle e attrici pelle e ossa come Paris Hilton, Keira Knigtely, Nicole Richie (la figlia di Lionel), Kate Moss o Victoria Beckham. Ma anche foto di ragazze grasse, perché, come scrive “piccolaana”, “una grassa ci da quella motivazione in più per resistere ogni volta che entriamo in un bar e vorremmo un bel gelato o un panino gigante”. La dieta è la loro ossessione, i 40 kg sono il traguardo da raggiungere per arrivare alla “perfezione”. Il loro imperativo categorico è dimagrire. E per farlo sono disposte a tutto, anche a star male. “Sono ricaduta nuovamente in una grandissima abbuffata con conseguente dulcolax e una nausea verso il cibo pazzesca”, scrive nel suo blog 20sfererotanti. Schiave di lassativi, della bilancia, dei loro diari alimentari. Come nel blog “wastedgirl” dove viene elencata una dieta giornaliera per dimagrire, o per meglio dire digiunare. Per molte il menù fisso è aria, caffè e tè, intervallate da insalate, pomodorini e yougurt. Il plan quotidiano dettato da “Ana” è stare sulle 400 calorie e fare 2 ore di esercizio fisico al giorno. “Colazione: 1 pezzo di ananas 60kcal + thè rosso, pranzo: 1 pomodoro 25kcal + 1 cetriolo 15kcal + piccolo pezzo di carne 75kcal, cena: lattuga con olio (poco però) 50kcal + frittata 160kcal. Totale: 385kcal”, scrive sospirielacrime. Poi però succede qualcosa: ”Dopo la cena non ho potuto evitarlo. Ho avuto un incontro con lo spazzolino da denti nel bagno. Ho fatto uscire tutta la cena. Proprio tutta. Domani mangerò meno e meglio. Promesso”. Ragazze fragili, indifese e soprattutto insicure. “Internet consente di protrarre il sintomo e al tempo stesso di trovare una sorta di consenso sociale nella rete, di socializzare la malattia senza sentirsi giudicati”, spiega il Presidente dell’ Aba, Fabiola De Clercq. Ma chi naviga in questi siti? Di solito sono ragazze tra i 12 e i 28 anni e come fa notare la de Clercq, anche lei con un passato da anoressica, “La maggior parte degli internet point presenti vicino le università o all’interno delle stesse facoltà vedono la presenza numerosa di studentesse che frequentano, inosservate da famiglia, amici e fidanzati siti pro ana”.
In Spagna, dove blog e forum pro ana e pro mia proliferano, l’Agenzia nazionale per la qualità di Internet ha tempo fa ottenuto da un portale la chiusura di alcuni blog che incitavano all’anoressia e bulimia. Anche l’Aba in passato per la prima volta ha richiesto ad un portale di far chiudere un blog italiano, “uno dei più inquietanti”. “Insieme ad un genitore, che aveva visto la figlia frequentare il sito, - fanno sapere dall’Associazione -abbiamo fatto un esposto alla Procura di Brescia per richiedere la chiusura”. Il fenomeno dell’anoressia non riguarda solo le ragazze. E’ in aumento anche tra i maschi di età compresa tra i 13 e i 17 anni. Anche loro aprono un blog “pro-ana” come
“monello89” che nel suo post iniziale scrive: “ho scoperto grazie a youtube cosa sia il pro-ana e pro-mia mi sono documentato e ho deciso che da domani di nuovo dita in gola! Sarò un pro-mia finkè nn riuscerò a essere disgustato dal cibo e arrivare a rifiutarlo!”. Ma come bisogna comportarsi davanti al diffondersi di questo fenomeno. “Compito degli esperti – dice la de Clercq – è quello di intercettare le richieste d’aiuto che provengono da questi siti. La repressione appare sempre più inutile”.
L’Aba ha attivato un numero verde (800.16.56.16) concepito come strumento di prima accoglienza di aiuto, ma la sua funzione è soprattutto quella di ridurre la distanza tra persone affette da disturbi alimentari e i centri specializzati per la cura.
Perché come dice Fabiola de Clercq “di anoressia e bulimia si può morire, ma soprattutto guarire”.
P. Filippone

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