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martedì 6 marzo 2012

Auguri Donne

 

La mimosa come simbolo dell’8 Marzo

La Festa della Dofesta-della-donna-2012-una-festa-che-profuma-di-arcobaleno-1nna deve essere momento di gioia per tutto ciò che le donne danno al mondo.

Ma anche di riflessione sugli sfruttamenti, discriminazioni e violenze che le donne hanno subito, e ancora subiscono, specialmente nei paesi orientali, ma anche in quelli dell’illuminato occidente.

Cerchiamo di non essere troppo moralisti l’8 marzo, ma evitiamo anche di ridurlo a una festa trasgressiva in un locale; ricordiamo che solo un secolo fa le suffragette si battevano per ottenere il diritto di voto alle donne!

Donando una mimosa riflettiamo che il mondo sarebbe grigio e triste senza la vitalità e creatività femminili.

A proposito della mimosa, la scelta di elevarla a simbolo dell’8 marzo fu di una disarmante semplicità, a dispetto di strane interpretazioni che vogliono crescesse sul luogo del presunto incendio di New York.

Furono le femministe italiane dell’UDI (Unione Donne Italiane), che nel 1946, preparando la prima Festa della Donna del dopoguerra, decisero di colorare l’evento con un tocco floreale.

Si scelsero i mazzettini di mimosa perché fioriscono a marzo ed erano a buon mercato.

Oggi, come la rucola, la mimosa costa cara: è la legge del mercato.

Ma omaggiare una donna non ha prezzo!

La mimosa profuma ancora di diritto?

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L’8 marzo pare purtroppo essere diventato una festa superata, col suo simbolo giallo che da decenni è il riconoscimento collettivo delle difficoltà, delle lotte e delle conquiste delle donne.

Oggi, anzi da un po’ di anni, le donne si sentono superiori a queste cose e la mimosa non usa più tanto, o meglio, è l’unica cosa rimasta di una festa considerata quale semplice occasione di ritrovo per le amiche e scusante per andare a lustrarsi gli occhi sui muscoli guizzanti di aitanti ballerini e spogliarellisti.

Crediamo di avere ottenuto tutti i diritti? Crediamo di non avere più richieste per le questioni lavorative, per la maternità? Non penso sia così, forse ci illudiamo, ma c’è sempre qualcosa per cui lottare.

Ci sono i nostri diritti di donne ma ci sono anche altri diritti per cui lottare, come i diritti dei bambini e delle loro madri o le questioni civili in Paesi dove povertà e guerra regnano sovrane. L’8 marzo dovrebbe essere ancora una giornata di lotta e soprattutto una festa per ricordare quei diritti che oggi troppo spesso diamo per scontati, ma per i quali altre donne, prima di noi, hanno lottato.

Per queste ragioni l’8 marzo deve essere celebrato: per non dimenticare le lotte combattute dalle nostre antenate e combattere anche noi oggi per i più attuali problemi e per le ingiustizie che ogni giorno sono subite dalle donne di tutto il mondo.

Il dualismo di questa festa è la cosa che oggi dovremmo celebrare, continuando ogni giorno a lottare per noi e per gli altri e festeggiando per non minimizzare i diritti ottenuti e le vittorie conquistate.

Ora non sentitevi in colpa se organizzate con le amiche una cena con annessa serata danzante, ma piuttosto ricordatevi durante la giornata di appuntare la vostra mimosa al petto, di unirvi e discutere i nuovi diritti che ancora mancano e voltate gli occhi verso quelle donne che ancora non hanno ottenuto diritti che noi diamo per scontati.Stella

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