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giovedì 18 dicembre 2008

Parliamone

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ppParliamone………

Sui problemi delle donne ci sarebbe tanto da parlarne,anche se bisogna ammetterlo che in questi ultimi 20 anni o poco più ,qualcosa di buono si è realizzata , concretizzata.
E’ pur vero che il percorso verso la parità tra i due sessi di fatto è molto lungo e la battaglia non si esaurisce qui,almeno per chi preme vedere migliorate le proprie ed altrui condizioni ,non dico del genere umano femminile(magari si potesse attuare) ma ,perlomeno a riguardo di una situazione in particolare.
Ed è proprio così che si inizia,con una piccola battaglia,anche personale per poi coinvolgere durante il percorso,altre donne che si rivedono in te o che per mancanza di coraggio o perché frustrate e sottomesse da chissà chi e come,non ce la fanno a far giungere la propria voce e a far valere così i propri sacrosanti diritti.
Premesso ciò,non vi nego che anch’io ho in corso la mia personale battaglia e che chissà quante altre,come me,sentono forte il problema che vi andrò presto ad esporre.
Ho deciso che parlerò con il plurale maiestatis ,perché ripeto,non credo di essere la sola ed è giusto che il problema non venga proiettato come semplice fatto personale.
Ditemi ,quante di noi appartenenti alla generazione che va a cavallo tra la cosiddetta famiglia patriarcale,con valori ben definiti ed inviolabili e veri sentimenti di completezza nell’ambito familiare a quest’ultima generazione,invece fatta di coppie allargate,libertà che stravalica il suo stesso significato, egoismo e permissioni di qualsiasi genere?
Ebbene sì,siamo tante a vivere questo disagio ed il male peggiore sta soprattutto nel non riuscire a dare uno sbocco dignitoso alla nuova vita che repentinamente e crudelmente un bel giorno ti si presenta e senza preannuncio alcuno è come se ti venisse a conferir beffa per tutti i tuoi buoni propositi.
Mi riferisco, perlomeno, alle donne di mezza età e oltre,le quali hanno semplicemente fatto l’errore(senza ovviamente saperlo) di crederci e voler dedicarsi anima e corpo alla propria famiglia,rinunciando per scelta ,ai propri sogni e alle proprie aspettative di lavoro e perché no,alle proprie ambizioni,per poi alla fine vedersi d'un tratto isolate perché ripudiate dal proprio consorte e quel che è peggio dalla società.
E quindi,di conseguenza, quante di noi si sono viste costrette a convivere sotto lo stesso tetto e a continuare a subire continui ricatti psicologici,solo perchè non c'è nessuno e tantomeno lo Stato(e non c'è quando serve)a darti una mano per risollevarti da terra e far sì che tu possa riorganizzarti la vita e ricominciare una nuova esistenza nella maniera più dignitosa possibile?
Con tanta amarezza mi sono resa conto, , che ai livelli alti di età, nel mondo lavorativo, non siamo quasi più considerate persone,non serviamo più a nessuno e svuotate completamente dei nostri sogni e delle nostre speranze, rinunciamo a tutto, quasi a convincercene di non avere altre occasioni , altre chance.
Mi chiedo “E’ mai possibile vivere in questo modo la parte più importante della mia vita ?” (chiedo scusa se la chiamo vita)
Ed inoltre “Il lavoro non è da sempre un sacrosanto diritto per ciascuno per continuare almeno a campare?”
Spiegatemi voi ,se potete farlo, come è ancora possibile che a 20 anni ci considerano persone capaci di entrare nel mondo lavorativo ma immature ed inaffidabili, a 30 ci reputano efficienti ma ostacolanti ,in quanto con famiglia e figli piccoli a carico diventa un problema, a 40 rientri finalmente nei parametri della maturità ma non di quelli contrattuali e a 50 ed oltre?
Proprio adesso , nella fase di età in cui l’esperienza , la maturità , la disponibilità possono essere messe a disposizione e a frutto della comunità ci vogliono accantonare ?
Puoi tranquillamente considerarti fuori da tutto , fisicamente e mentalmente. Inabile, quasi incapace di intendere e di volere.......
Eppure tutti ne siamo a conoscenza del fatto che la vita si è allungata e che quindi anche le rispettive fasce di età si sono adeguate, la conoscenza , le condizioni di salute, tutto è migliorato ...ma niente,non succede niente,si è muti su quest'argomento , tantomeno il mondo politico e sindacale.
Tutto questo non fà altro che contribuire a rattristarmi e ad angosciarmi,anche se la rabbia fa la sua bella parte e mi suggerisce di non arrendermi. Non so per voi ma almeno per quanto riguarda me non è affatto così, la cosa la reputo profondamente ingiusta e quindi intollerabile.
Perciò, a conclusione di tutto,vorrei invitare tutte le donne ed in particolare quelle che si rivedono in questa precisa condizione di far sentire anche la loro voce e di lasciare una propria testimonianza,su questo post.

Con comprensione verso tutte

Fede

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