E' qui la festa? E' qui che si banchetta con i resti di ciò che resta?
Se c'è, posso avere un pezzetto di fegato, in ricordo del coraggio che c'è voluto per crederci ancora?
Ancora, se c'è, potrei assaggiare un po' di milza, in memoria della fatica affrontata per trovare il coraggio di crederci ancora?
E se c'è - solo se c'è, per carità - potrei avere un tocchetto di petto, quell'ipotetica sede dell'anima, proprio lei, la calpestata, che è stato necessario stanare, convincere e consolare, prima di sudare la fatica per trovare il coraggio di crederci ancora?
Se c'è -non vorrei sembrare avida, ma se ci fosse lo gradirei davvero- potrei gustare un po' di cervello, il fuggitivo, quello che non è stato possibile trovare ed interpellare, mentre si convinceva l'anima a sorreggere la fatica di trovare il coraggio di crederci ancora?
Ma soprattutto, se c'è, potrei....
Certo, stupida che sono! Avevo dimenticato che, fin dall'antichità, è usanza del vincitore mangiare la parte migliore del nemico ucciso in battaglia.
Peccato, mi sarei volentieri cibata di un cuore che ha avuto tanto amore da crederci ancora.
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