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giovedì 2 luglio 2009

L' Aquila in corsa contro il tempo per iniziare l' anno in regola

universitalaquilabiologia Una corsa disperata contro il tempo. Per cominciare il nuovo anno accademico con il ritorno alla normalità. E qui all' Aquila, dopo il terremoto del 6 aprile, normalità vuol dire prima di tutto tornare ad avere una sede. «La situazione è ancora critica. Due mesi fa avevamo il cento per cento delle strutture inagibili: non potevamo fare alcuna attività, né didattica né ricerca» racconta il rettore Fernando Di Orio. «In questi mesi siamo riusciti a rendere agibili alcuni locali: le facoltà di Medicina, Psicologia, Biotecnologie, per esempio. Nei prossimi mesi saranno recuperati altri spazi. Nel frattempo, stiamo cercando di acquisire nuovi stabili. Come la scuola di formazione della Telecom, ormai dismessa, di Reiss Romoli. Poi c' è da collocare il rettorato: siamo ancora in un sottoscala, qui a Coppito, a lavorare. E vanno sistemate Ingegneria e Scienze. Per mantenere la nostra vocazione alla ricerca e all' information technology. Stiamo lavorando disperatamente. Ci saremmo aspettati più aiuti da parte delle autorità locali. Per darci la possibilità di iniziare in regola l' anno accademico 2009-2010. Invece, alcune facoltà non hanno ancora una sistemazione: ad esempio Lettere non ha alcuna sede. È una lotta contro il tempo. Il nuovo anno accademico è alle porte: le maturità stanno finendo e i giovani vanno orientati. Abbiamo bisogno di locali. Per far partire anche la parte amministrativa». Nel crollo è andato perduto tutto, compresi i database con le carriere degli studenti... «Quelle, per fortuna, siamo riuscitia recuperarle. Abbiamo recuperato i backup con i dati degli studenti.I miei ragazzi non hanno perso un giorno della loro attività: abbiamo fatto tutti gli esami previsti, le lauree, le lezioni. Tutto nelle tende, in condizioni difficili. Di emergenza. L' anno accademico 2008-2009 è completato: abbiamo fatto lezione fino a giugno nelle tende, in strutture provvisorie. Ci siamo decentralizzati. Anche ad Avezzano, dove ci è stato messo a disposizione un istituto tecnico». Temete il calo delle iscrizioni come effetto della paura? «È da mettere in conto. Dobbiamo considerare due dati: uno, emotivo.È stato un dramma violento. In secondo luogo, i miei studenti non hanno più dove stare: i 13mila fuorisede risiedevano nel centro storico, che è andato distrutto. Per fare gli esami, i ragazzi dormono in macchina. Abbiamo bisogno di migliaia di posti letti, che mancano non solo per i fuorisede ma anche per i cittadini aquilani. Questa è una competenza regionale e tocca alla Regione ora attivarsi. Altrimenti ci ritroveremo davanti al paradosso che possiamo ripartire con l' università, ma senza studenti. Di certo, il record di 27.550 studenti del 2009 lo consegneremo alla storia».

Repubblica - ILARIA ZAFFINO

2 commenti:

Censorina ha detto...

Non è certamente poco quello che siete riusciti a fare finora. Con il disastro che c' è stato, non so chi avrebbe fatto di più. Tutti hanno riconosciuto la grande operosità degli Aquilani. Le Istituzioni non riescono ad ottemperare a quello che vi aspettate? E' da mettere in conto: sono composte da uomini non avvezzi a superare certe emergenze. L'importante è che la forza e la speranza non abbandonino persone come te che impegnano tutte loro stesse. Un grande abbraccio. Paola

Pia ha detto...

Non è che faccia poi tanto come vorrei ma non mi arrendo questo sì...grazie Paola un abbraccio
Fede