La mia città è stata costruita secondo la pianta di Gerusalemme come dice lo storico Crispomonti del 1600, una Gerusalemme al di qua del mare quanto quella d’oriente è andata perduta per la cristianità…
A Gerusalemme è entrato Gesù acclamato dalle folle la domenica della palme e con la palma in mano i Cristiani ricordano quel giorno di festosa accoglienza alla vigilia della tragedia…Nel silenzio della notte lo vengono a prendere mentre veglia nella solitudine e nell’angoscia, nella notte il boato che accompagna un’onda esplosa con violenza nella profondità della terra: è l’inizio della passione, di Gesù torturato, di una città che il terremoto travolge nel martirio atroce, nella distruzione e nella morte di tante vite. Un dolore assurdo per giovani vite sottratte alla dimensione che i sensi colgono nella casa dello studente inghiottita dalla terra, per bambini, per creature di ogni età che lasciano i corpi sotto le macerie mentre le loro anime ascendono nel regno della luce a svolgere il loro compito in una pace che non è inazione, ma lavoro frenetico per tessere la trama di una resurrezione…Con amore guardano lo strazio di chi vive brutalmente la perdita, con amore e compassione consapevoli che hanno varcato il velo per compiere una missione che solo anime luminose e generose possono svolgere…
L’Aquila sarebbe stata costruita nel 1200 sulla stessa pianta di Gerusalemme, la città in cui si trovava il Tempio di Re Salomone, custode di un immenso tesoro. Due città uguali costruite per tramandare e proteggere un segreto simile, lo stesso tesoro?
a sinistra: in blu la “Fontana delle 99 Cannelle e il fiume Aterno, in rosso la linea delle antiche mura aquilane. A destra il puntino blu è la “Fontana di Siloe” adiacente al fiume Kidron, in rosso la linea delle antiche mura di Gerusalemme
Molte le analogie, come evidenziano studi recenti pubblicati da Luca Ceccarelli e Paolo Cautilli. Le due città sorgono su colline, l’Aquila a 721 m. s.l.m., Gerusalemme a 750 m. s.l.m. Ponendo a confronto le mappe del centro storico delle due città, si ottiene una sovrapposizione alquanto precisa, che vede corrispondere il Sud de l’Aquila al Nord di Gerusalemme. Sin dall’epoca dei romani, Gerusalemme era divisa in quattro quartieri che oggi sono quello cristiano, quello musulmano, quello ebraico e quello armeno. Anche l’Aquila è divisa in quattro quarti, una divisione del tutto originale per le città dell’epoca. La disposizione dei rispettivi fiumi, Cedron e Alterno, che fiancheggiano le due città sembra identica.
Molte anche le similitudini tra due importanti costruzioni: la piscina di Silo a Gerusalemme, e la fontana delle 99 cannelle, entrambe opere di ingegneria idraulica adiacenti ad una porta muraria costruite nella parte più bassa della città.
Lo stesso numero 99 che così tante volte ricorre nella storia de l'Aquila, è ricco di rimandi al mondo cristiano e alla città di Gerusalemme.
99 sono le lampade ad olio che bruciano ininterrottamente, notte e giorno, nelle grotte vaticane dove sono ospitate le tombe dei Papi. 9 erano i Templari che scavarono per 9 anni nel Tempio di Salomone. E la stanza segreta in cui si supponeva fosse l’Arca dell’Alleanza misurava 9 x 9 m. L’ordine dei Templari fu istituito nel 1099.
99.16 è il numero delle lunazioni che si verificano nel corso di 8 anni alla latitudine de l’Aquila. Le coordinate geografiche della città sono: latitudine 42”21’ (la cui somma 4+2+2+1= 9), longitudine 13”23’ (somma 1+3+2+3= 9). Gerusalemme ha come numero 66, il valore numerico corrispondente alla parola Dio. L’Aquila, è la sua copia occidentale, progettata con i punti cardinali topograficamente invertiti, così come invertendo 66 si ha 99. Sempre nella topografia delle due città si osservano delle corrispondenze davvero singolari: il Monte del Tempio a Nord di Gerusalemme rispecchia la posizione a Sud della Chiesa di Santa Giusta a l’Aquila, così come speculari sono le collocazioni dell'aquilana Basilica di Collemaggio voluta e costruita da Celestino V e del Monte degli Ulivi di Gerusalemme.
Ricordando Il 6 Aprile del 2009 alle 3.32, non si può non correlarlo al parto doloroso di una dimensione di luce, il Regno si stava manifestando a partire dall’Aquila, la nuova Gerusalemme…Messaggi di consolazione o verità che anime sensibili captavano con convinzione ed emozione? Trovare un senso alla tragedia, come alla morte di Gesù che in un atto di amore offrì la sua vita, come quella delle vittime del terremoto e poi risorge per la salvezza dell’umanità…è paragonabile senz'altro alla resurrezione dell’intero pianeta che cambia frequenza in una dimensione di Amore grazie alla solidarietà di tanti volontari giunti da tutta Italia ed oltre i confini nazionali, che permetteva, in una generosa e straordinaria gara, la sopravvivenza, ed alleviava la sofferenza con l’arma più potente del terremoto, quella dell’Amore e della Generosità.
Grazie a tutti Voi, fratelli d’ Abruzzo e di ogni regione appartenente a questo straordinario paese! Grazie per la vostra azione, scaturita sinceramente dal cuore, per la capacità di aver amato, fratelli dal volto sconosciuto ed ancora,grazie soprattutto per la speranza che ci avete donato…
Grazie perché siete stati la prova che l’umanità sta compiendo davvero un salto di coscienza, proprio quello che la salverà, come Gesù risorto, dal baratro della desolazione e dell'estrema miseria legata all'animo umano.
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